NAZCA, tracce e messaggi
Le oltre 800 linee di Nazca, distribuite in più di 450 chilometri quadrati di arido deserto dell’altopiano, costituiscono uno dei più misteriosi siti archeologici al mondo. Sulla pianura sono stati identificati 300 geoglifi, molte figure geometriche e più di 70 raffiguranti piante o animali.
Le linee, quasi impercettibili da terra, sono invece facilmente distinguibili e sicuramente più apprezzabili viste dall’alto. Come l’ antica civiltà Nazca capisse dove tracciare il perimetro dei disegni e che utilizzo ne facesse, sono alcuni dei quesiti che gli studiosi e archeologi di tutto il mondo ancora si pongono. Alcune teorie sostengono che i disegni costituissero un calendario astronomico, oppure che componessero dei percorsi cerimoniali, per riti o celebrazioni religiose. Un’altra teoria, la più verosimile, è che i solchi scavati nel terreno che formano le linee delle figure, fossero impiegati per il raccoglimento dell’acqua durante le piogge, per poter irrigare i campi coltivati, un sistema di alta ingegneria idraulica.
Scoperti casualmente da un volo aereo, si ipotizzava inizialmente che i profili stilizzati delle figure fossero opera di extraterrestri. La figura più conosciuta tra le tante della piana di Nazca è il colibrì, il quale, secondo le popolazioni della costa settentrionale peruviana, funge da intermediario e messaggero degli dei.