Perù, il Fascino del Mistero – parte 1
Questo è il racconto di un viaggio che ho fatto in Perù ad aprile 2016 e vuole solo essere una traccia ed incuriosire chi non ci è ancora stato, lascio alle guide locali e ai vari libri, la spiegazione storica di questi meravigliosi luoghi.
Il Perù è qualcosa di magico, passato e presente tutto assieme. LIMA è la porta d’ingresso, qui arrivano tutti i voli intercontinentali, caotica, antica e moderna, i suoi barrios si allargano all’infinito, Miraflores è la zona degli hotel, dei negozi ed è anche la più raccomandabile sotto l’aspetto sicurezza, Plaza Mayor o Plaza de Armas, il cuore della città, con il Palazzo del Governo ove si tiene una parata a suon di musica per il cambio della guardia, il palazzo del Comune, il palazzo Arcivescovile ed il palazzo dell’Unione, tutti caratterizzati dalle loro facciate risalenti all’epoca coloniale, ci sono turisti, ma si sa che questi luoghi attirano un sacco di gente. Qui inoltre c’è il famoso hotel Bolivar dove si narra che alcuni fra i più famosi gruppi rock contemporanei abbiano fatto a pezzi più di una volta il suo mobilio; la Cattedrale, con la sua splendida facciata, un po’ oltre la piazza, la chiesa e il monastero di San Francesco, ove per chi non ha problemi alla visione di scheletri e ossa, ci si può avventurare nelle sue catacombe che fino agli inizi del 1800 fungevano da cimitero, si dice che qui siano sepolte 70.000 persone. Addentrarsi poi a piedi nella parte antica della città ha un fascino tutto particolare. Anche una passeggiata sul lungomare per ammirare l’oceano con le sue onde maestose mentre si sorseggia un pisco sour, è carino, fa molto turista, ma Lima è anche questo. In città ci si può spostare da un posto all’altro in metropolitana o in bus, oppure in taxi, qui costano davvero poco.
Per raggiungere invece altre località, in Perù ci si può spostare ovunque con comodi bus, ce n’è di diurni o notturni, a seconda delle distanze e di dove si vuole andare, è un mezzo molto valido e anche comodo, altrimenti per chi non predilige affrontare le lunghe distanze su quattro ruote, c’è sempre l’ aereo, più caro ovviamente ! Volare da Lima a CUZCO è semplice, quello che poi potrebbe risultare meno semplice è il “mal d’altura”, non tutti ne soffrono ovviamente, ma io si… Diciamo che andare da una località posta sul livello del mare a 3.400 mt. non è sempre per tutti, anche se un po’ di tachicardia, il giorno seguente era quasi svanita, il fiatone a camminare quello no, è rimasto. Arrivo a Cuzco e piove, l’ombelico del mondo, come lo ha chiamato qualcuno anche sotto l’ombrello è comunque bello, non ha nulla a che vedere con Lima, se non gli edifici dello stesso stile, qui tutto è più piccolo, più raccolto, più tranquillo, passeggiare sotto i portici del centro storico a Plaza de Armas dà una bella sensazione, qui si vedono i peruviani che vendono agli angoli delle strade un po’ di mercanzia, negozi sia per turisti che per locali, case di cambio per i soldi, banche, ristoranti e hotel, ostelli e qualsiasi cosa si voglia, ma comunque ricco di emozione, un po’ magico… E’ bello sedersi su di una panchina della piazza e godersi la cattedrale, la chiesa, le vie circostanti, la gente che va e viene, qui si respira aria di Perù…e così mi è venuta anche voglia di gustare il Perù. Un giorno provo il ristorante “La Feria”, che serve anche il povero “cuy”, il porcellino locale, te lo portano intero nel piatto, il resto lo lascio all’immaginazione…, diciamo che ci sono tutti i piatti tipici di carne come gli spiedini di alpaca, le ali di gallina e altri animali, ma anche piatti di verdure, a base di patate, di peperoni, o fagioli e poi la chica morada questa è da bere però. Il giorno seguente provo il ristorante a fianco “l’Inka Grill”, anche qui servono i piatti tipici della cucina peruviana, ma si nota subito che è più raffinato, sia il luogo che i piatti, ottimi delle specie di ravioloni di pasta frolla
ripieni al formaggio serviti con la salsa e poi anche qui l’immancabile cuy al forno. Ci sono anche altri ottimi ristoranti, ma mi manca il tempo per andarci purtroppo. Cusco è però anche musei, uno dei più importanti è il Museo Inka, si sale da Plaza de Armas lungo una ripida salita e si viene catapultati nella storia peruviana raccontata attraverso i reperti archeologici, gli oggetti antichi, mi è piaciuto molto perdermi nelle sale del museo e scoprire un po’ di più del Perù. Poco dopo il museo Inka, scendendo sulla destra vengo attirata da una piccola scritta, “Caritas Cusco”, entro e scopro che ci sono le classiche cuffie peruviane in lana, quelle che coprono le orecchie, borse, ponchos, altri oggetti di artigianato fatti a mano molto belli e di ottima qualità e su ogni oggetto c’è il cartellino con il nome della persona che l’ha realizzato, il ragazzo del negozietto mi spiega che i proventi vanno alla gente più povera che abita nelle zone rurali e che tramite le loro produzioni si autofinanziano un po’. Decido così di fare qui i miei acquisti. Il giorno successivo parto in bus con una gita organizzata per MARAS e MORAY, a circa 40 km da Cuzco, lungo la Valle Sacra degli incas. Una bella strada che si snoda lungo le montagne, fino ad arrivare alle saline di Maras, sperdute in mezzo al nulla, qui ancora i locali ci lavorano per estrarre il sale tramite evaporazione dell’acqua, sembra surreale, il paesaggio, le persone, il luogo, tutto. Proseguo per il sito archeologico di Moray con i suoi terrazzamenti circolari concentrici, gli studiosi dicono che servivano da centro di ricerca agricola dove ciascun terrazzamento aveva un ambiente diverso e pertanto anche le coltivazioni erano diverse a seconda del livello, altri dicono che il luogo veniva utilizzato per monitorare i cambiamenti climatici tramite la luce del sole e le ombre che venivano proiettate dalle montagne, testimonianze del tempo avvolte nel mistero, come tanti altri luoghi del Perù. Da Cuzco il giorno dopo si parte in bus per Aguas Calientes, la porta del Machu Picchu, passando per OLLANTAYTAMBO. Ollanta come la chiamano qui, è un piccolo villaggio dalle strade in ciotoli, alte mura, le nubi basse e la pioggia gli danno un’aria da villaggio da ultima frontiera, a me è piaciuto molto girovagare lungo le stradine e curiosare un po’. Qui arrivano i turisti per vedere l’antica fortezza di Ollantaytambo e prendere il treno che porta ad Aguas Calientes, sono sorti così piccoli ristoranti e negozi e nel piazzale davanti al sito archeologico, un mercato con paccottiglia di ogni genere, tutta uguale per ogni bancarella. Preferisco passare oltre ed inerpicarmi assieme alla guida sui gradoni della fortezza anche se piove un po’ ed è tutto scivoloso, Jorge spiega la storia di questo luogo in modo dettagliato, continuo a salire sempre più in alto, fino alla sommità per ascoltare rapita ancora i suoi racconti. Vado in bus alla stazione di Ollantaytambo, una lunga fila di persone aspetta di salire sul Perù Rail, il trenino blu e giallo, “el tren de Machu Picchu”, c’è la versione “Expedition”, ovvero basic con grandi finestroni ai lati per ammirare il panorama, poi c’è il “Vistadome”, con una parte di tetto trasparente per vedere anche sopra, qui le hostess offrono un pasto leggero, poi fanno un po’ di spettacolo per i turisti e vendono abiti in lana di una nota marca locale, infine il Belmont Hiram Bingham, luxury e generalmente usato per chi alloggia nell’omonimo hotel ovviamente luxury. Arrivo ad AGUAS CALIENTES nel tardo pomeriggio, il cielo è ancora coperto, nubi basse sulle montagne circostanti, il primo impatto con il villaggio non mi piace molto, se non la stranezza
che il treno passa in mezzo ad hotel e negozi dove i bambini dopo il passaggio del Perù Rail riprendono a giocare tranquillamente sulle rotaie. Il giorno successivo con la luce del sole, tutto sembra diverso, al mattino prestissimo prendo il bus per il Machu, ce ne sono 3 che si riempiono all’istante, volendo si può anche salire a piedi, in bus ci vogliono 15 minuti circa, camminando un po’ di più ovviamente, dipende dall’allenamento. Fuori dall’ingresso del Mapi ci sono i bagni, chi ne ha la necessità ci vada subito dice Jorge, poi dentro non è più possibile, la vista guidata dura circa 3 ore, per cui fate i conti… E finalmente passo il cancelletto per l’ingresso alla cittadella sul Machu Picchu e poco dopo già intravedo i primi resti con le Ande intorno, le cime coperte dalle nubi, il Huayna Picchu, mi manca il respiro, non per l’altezza ma per l’emozione, più proseguiamo e più la sua maestosità si staglia davanti agli occhi, la città perduta appare in tutto il suo splendore, tocco le pietre e immagino che cosa dev’essere stato qui un tempo, ascolto con attenzione le spiegazioni della guida sulla capitale dell’impero Inca mano a mano
che proseguiamo il giro: il Tempio del Sole, la Residenza Reale, la Piazza Sacra, il Tempio delle Tre Finestre, il Tempio Principale e l’Intihuatana che tutt’ora non si sa di preciso se fosse stato un osservatorio astronomico, un orologio con meridiana o un altare sacro, poi la parte degli edifici più poveri, probabilmente le abitazioni e il ricovero per gli animali e mentre continuo a camminare, guardo e ascolto, respiro l’aria di qui e penso che questo sia uno dei luoghi che come si suol dire: lo devi vedere, almeno una volta nella vita !
Ridescendo in bus ad Aguas e faggio una passeggiata lungo la via centrale, sempre in salita ovviamente, qui troviamo solo hotel, ristoranti e negozi ed il mercato locale coperto, dove io entro e noto subito che non è per turisti, signore locali sedute per terra vendono frutta e verdura, pelano patate, mangiano e chiacchierano. Mi piace sempre interloquire con i locali, così chiedo un po’ di spiegazioni sulle svariate qualità di patate e su altre verdure che non avevo mai visto, vorrei acquistare un sacchetto di foglie di coca da portare in Italia come souvenir, ma ricordo che tutti mi hanno detto che non si può portare in aereo e che alla dogana avrei avuto problemi. Vabbeh, lo lascio lì, vorrà dire che mi berrò il mate de coca a colazione come consigliano per “il mal d’altura” visto che in qualsiasi hotel c’è. Al pomeriggio riprendo in trenino e rientro a Cusco in bus da Ollantaytambo. Domani è un altro giorno e mi aspettano ancora un po’ di giorni in giro per il Perù.